Trattamento anti tarlo
Il tarlo del legno: cosa sapere
Un fenomeno tristemente conosciuto da tutti gli operatori nel settore ligneo, ma anche cartaceo e tessile, è quello dell’attacco da parte di insetti xilofagi.
Tra tutti gli attacchi biologici che un manufatto può subire, quello da parte di questi organismi è tra i più subdoli. L’insetto infatti depone le uova (fino a 60) nelle fessure e nelle crepe del legno: quando queste si schiuderanno inizierà il vero attacco al legno da parte delle larve. La larva evolve successivamente, in tempi che dipendono dalle condizioni ambientali e dalla specie dell’insetto.
Nello stadio pupa la fase di trasformazione avviene solitamente in prossimità della superficie del manufatto. L’ultimo stadio, dopo un periodo che può andare da 1 mese fino anche a 2 anni dalla deposizione delle uova, è quello in cui l’insetto adulto (farfalla) fora la parete del manufatto per uscire e solo allora ci si accorge della sua presenza.
Occorre quindi eseguire una disinfestazione che riesca ad eliminare l’insetto in uno qualsiasi dei quattro stadi, comprese le uova.
Quali sono i metodi comuni per trattare il tarlo del legno?
Il metodo di disinfestazione più utilizzato è il trattamento con agenti chimici dispersi in solventi e applicati a pennello sul manufatto.
Un altro metodo di disinfestazione prevede l’utilizzo di biocidi gassosi, ovvero gas ad alta tossicità utilizzati per fumigazione o con delle vere e proprie camere a gas.
Esistono anche tecnologie sperimentali che sfruttano le onde elettromagnetiche nel campo delle microonde per far alzare la temperatura al di sopra del limite di tollerabilità dell'insetto, provocandone la morte.
L'innalzamento della temperatura, però, vale anche per l'acqua all'interno, con i ben comprensibili problemi per la conservazione di opere.
Il trattamento anti tarlo definitivo
Esiste un metodo che permetta di limitare se non eliminare del tutto i rischi per l’operatore e per l’opera e che, al tempo stesso, consenta un'eliminazione pressochè totale del tarlo?
Bosoni Restauro ha trovato la risposta in Isolcell, azienda leader nello sviluppo, costruzione ed installazione di impianti ad atmosfera controllata. Tra le prime opere disinfestate con questa nuova metodologia si cita il Crocifisso del Cimabue ad Arezzo.
Con gli impianti Isolcell è possibile scegliere se ottenere una atmosfera controllata oppure realizzare una atmosfera modificata.
I vantaggi
I vantaggi delle metodologie di disinfestazione in atmosfera controllata/modificata ad azoto sono notevoli:
- nessun problema di stoccaggio di gas pericolosi o tossici;
- nessuna necessità di particolari autorizzazioni;
- totale rispetto dell’ambiente e della salute dell’operatore;
- gli oggetti trattati non presentano alcun residuo, reazione o alterazione, quindi il trattamento può essere ripetuto senza limiti nel tempo;
- l’efficacia è garantita sia in superficie che in profondità;
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